Blu nell'unghia
testo per Annalisa Fino
Camminava in un deserto grigio e freddo dimentica del tempo passato a mettere un passo davanti all'altro.
Non importava dove né perché ma andare.
Prima o poi qualcosa sarebbe successo.
Intanto in quello spazio senza riferimenti Asia aveva perso la coscienza delle proprie dimensioni. Avrebbe potuto ricordarglielo l'ampiezza dei passi ma tra un passo e l'altro, tra qui e lì, non c'era differenza. Con un passo poteva percorrere chilometri o millimetri, nessuna delle due ipotesi era dimostrabile.
La sensazione predominante era d'ingigantirsi.
Entro poco l'intero deserto non avrebbe ricoperto che uno spicchio del suo ombelico.
Si stava chiedendo dove avrebbe posato i piedi allora quando, proprio lì giù, lontanissimo, nell'unghia dell'alluce destro successe.
Una piccola esplosione blu.
Non l'avrebbe nemmeno notata se non fosse stato per il colore.
Aveva dimenticato quanto poteva essere bello un colore.
Si rannicchiò e prese l'alluce fortunato tra le dita.
-Dammi ancora quel piacere blu!- lo supplicò.
Ma l'alluce era tirchio, o forse voleva vendicarsi per essere stato ignorato così a lungo, e rimase indifferente come solo un alluce sa fare.
Tutto precipitò, il deserto si chiuse come un libro e, con l'affanno e la sensazione di un blu irrecuperabile, Asia si svegliò con l'alluce in bocca come un bambino.