Un'azione preventiva
scritto per e foto di Giuseppe Latour
La complicità tra quei due era sospetta.
Se ne stavano laggiù, in disparte, apparentemente tranquilli.
Tramavano qualcosa. Forse una rivoluzione, uno sciopero selvaggio, un esilio volontario.
Ma la produzione non poteva fermarsi, non in un periodo di crisi. La stabilità e l'ordine erano la priorità.
I servizi riferivano d'intensi scambi di messaggi che nemmeno i massimi esperti riuscivano a decifrare. I due avevano avuto tutte le notti libere che gli servivano per inventare un linguaggio esclusivo.
I sindacati ufficiali, incaricati di tastare il polso della situazione, non avevano ottenuto nemmeno rivendicazioni chiare e, anzi, iniziavano a costruirsi una posizione di potere.
Potenze straniere avevano contatti con i due e li influenzavano con lusinghe e manipolazioni.
Gli organi repressivi tentavano d'infiltrarsi ma ottenevano al massimo di spuntare cellule marginali palesemente già isolate.
Serviva un'azione preventiva, chirurgica e risolutiva.
Fu così che Giulio prese l'abitudine di dormire con le scarpe.