La tazza rossa
testo per e foto di Marcella Bellizzi
Ci provava
senza sosta (maledetto)
infilandosi di notte
tra orecchie tappate
(la testa sotto il cuscino)
e sogni grigi
(era pur sempre inverno).
Ci provava
senza sosta (maledetto)
infilandosi di giorno
tra occhi di vetro
(riflessi di riflessi)
e finestre chiuse
(era pur sempre inverno).
Ci provava
senza sosta (maledetto)
infilandosi liquido
tra pugni chiusi
(le mani nelle tasche)
e desideri ragionati
(era pur sempre inverno).
Non sopportava gli ottusi
e non voleva traslocare:
alzò il volume
e riempì
d'infuso d'estate
la sua tazza rossa.