Il carillon
testo per Silvia Manciati
Silvia è attrice e scrittrice per il teatro
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Titolo dell'immagine: "Tino Mori"
Disegno di Federica Manciati
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Al vecchio non importava molto dei tenere ordinato il suo negozio.
La polvere come una coperta leggera si posava su oggetti e libri antichi e anche sul vecchio che quasi non si spostava più dal suo angolo dove, con gli occhi socchiusi, mischiava ricordi e brani di testi letti chissà quando. Nella sua testa, il vecchio, viveva fantastiche avventure.
Quando tornava da questi lunghi viaggi, per riposarsi, dedicava attenzioni e cure ad un unico oggetto che teneva sempre accanto.
Era un carillon del diciannovesimo secolo.
Una scatola con tre pareti di legno e una di vetro. Il peso era l'unico elemento che potesse far sospettare che fosse qualcosa di più. Al centro del lato opposto al vetro c'era una fessura. Era lì che s'inseriva la chiave (il vecchio la teneva legata al collo con una catenina d'oro).
Bisognava fare sette giri perché il carillon si attivasse, non uno di più né uno di meno. Stranamente gli ultimi tre giri erano più morbidi dei primi quattro.
Una volta caricato passavano quattro secondi prima dell'inizio della musica. Nonostante anni di ricerche il vecchio non era riuscito a definirla. Era una musica unica, nata e morta con il carillon.
Dal lato sinistro sbucava una ballerina che piroettava fino al centro di quello che pareva un piccolo palco montato dietro il vetro. Rimaneva lì senza mai smettere di girare. Aveva un vestito semplice e i capelli sciolti potevano distogliere gli occhi di un osservatore casuale dal suo viso. Ma il vecchio la conosceva bene: non era mai ne triste ne allegra. Era concentrata. E pensava pensieri intimi.
Lei girava.
E girando faceva nascere una città sullo sfondo.
E girando la faceva crescere, scintillare di splendori. Poi gli elementi della città si mischiavano e combinavano in paesaggi sempre nuovi.
La ballerina creava mondi.
Un giorno il vecchio, tornando da una delle sue fantasticherie, si trovò davanti un bambino. Con una mano mostrava delle banconote, con l'altra indicava il carillon.