Serpente e divano
testo per e foto di Giuseppe Vicinelli Polucci
Il serpente scivolò giù dal ramo a tentare Adamo con rossi, succosi frutti.
Ma Adamo era molto stanco (un'intera settimana passata a dare nomi alle cose) e voleva solo rilassarsi sul divano.
Scuotendo la mano lo cacciò via.
Il serpente, urtato per essere stato scambiato per una stupida mosca, cercò un nuovo stratagemma. Si piazzò davanti ad Adamo con uno specchio sibilando lusinghe e mostrandogli come tutti i suoi desideri si sarebbero realizzati con un semplice morso a quel frutto rosso.
Ma Adamo era molto stanco (un'intera settimana passata a camminare per il giardino) e voleva solo rilassarsi guardando la tv.
Spingendo un tasto del telecomando mandò in frantumi lo specchio.
Il serpente, innervosito per essere stato scambiato per una stupida pubblicità, tornò tra le foglie per calmarsi un po'.
Ci riprovò offrendo ad Adamo due cuscini, un eccesso di comodità, la coccola suprema.
Ma Adamo amava il suo divano così com'era e buttò i cuscini in un angolo.
Il serpente sconfitto, domato, si trasformò in gatto e andò ad accoccolarsi accanto ad Adamo sperando che prima o poi avrebbe allungato una mano per grattarlo tra le orecchie.