L'inconveniente
testo per e foto di Fabio Fraccascia
titolo della foto: "Mil Vis"
Giovanni si vestì lentamente e con attenzione.
L'equilibrio di volumi e toni doveva essere appena sfasato.
Giovanni non aveva bisogno di specchi per sapere d'essere perfetto.
Nell'altra stanza il lavoro l'aspettava ma senza eleganza non si inizia nessuna opera quindi Giovanni non si affrettò.
Sul tavolo, fissata bene, la superficie lo invitava.
Guardò con distacco le modulazioni di luci e ombre che la componevano.
Giovanni riusciva ad immaginare tutta la sequenza di movimenti per arrivare alla fine (720 torsioni del polso, 1440 stacchi, eccetera). Non pensava al risultato anche se l'inconsapevole presunzione di un capolavoro in arrivo gli fece sfuggire un sorriso.
Iniziò senza timore né riguardi.
A testa bassa, seguendo le linee, tagliava.
E sarebbe andato tutto bene se non fosse stato per l'impertinente goccia di sudore, rotolata dalla fronte all'occhio, che lo interruppe.
Andò in bagno a sciacquarsi la faccia e a tenere un po' i polsi sotto l'acqua fredda.
Quando tornò al tavolo niente era più come prima.
Il sangue guastava tutto, confondeva le linee, creava nuovi chiaroscuri e appiattiva i vecchi, si accumulava in volgari pozze e sfumava i contorni colando persino sul pavimento.
Giovanni era disgustato.
Da quel guazzabuglio non sarebbe nato niente di buono.
Innervosito accartocciò tutto in un sacco, si mise le scarpe da passeggio e uscì a buttare l'immondizia e a cercare di rilassarsi con il tramonto.